di Federico Migliori I social network sono tornati a essere argomento caldo dopo il ban imposto a vari profili “pubblici” del presidente Trump. Personaggi di ogni risma, pensiero politico e dalle idee particolarmente incandescenti si sono fatti sentire, sempre sui social network, chi gridando alla dittatura che imbavaglia, chi plaudendo le decisioni delle aziende. Da che parte stare? Il punto non è lo schieramento, avvenuto in ordine sparso, ma la mossa in sé: i social network sono aziende, pertanto libere di agire entro il perimetro normativo di termini e condizioni imposte all’utente, quel famoso papiro di lunghezza tolstojana che al momento della registrazione non leggiamo e sottoscriviamo senza troppi pensieri. I social, chi più chi meno, sono diventati vere e proprie piazze digitali, luogo di incontro, riunione, protesta, propaganda di idee, discussione, scambio e dialogo. Per quanto (spesso) maleducatamente e irrispettosamente tutto questo avvenga, non possiamo...