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RECENSIONE: Doctor Strange nel Multiverso della Follia

 Di Alessio Grassi


Il multiverso è un concetto di cui gli sceneggiatori Marvel conoscono spaventosamente poco…


Inizio così, citando una frase un po’ ironica che su internet sta girando tra gli appassionati.


Oggi parlo di un film del 2022 per la regia di Sam Raimi ovvero Doctor Strange in the multiverse of madness (titolo originale).


Considerabile come sequel sia di “Spider Man: No Way Home” che della serie presente su Disney + “WandaVision”, questo film tenta un po’ goffamente di spiegare finalmente il funzionamento del Multiverso nel MCU (Marvel Cinematic Universe), dove il concetto militava inspiegato ormai da tre film.


Il film inizia con Doctor Strange che sta scappando insieme ad una ragazzina da quello che sembra un demone; tutto ciò per recuperare un libro in questo ambiente senza gravità, totalmente mistico e fuori dal tempo.

Il mostro sembra star per ucciderli entrambi, quando la ragazzina apre un portale a forma di stella a cinque punte che la trascina insieme a Strange chissà dove.


Nel momento esatto in cui il portale si chiude, Strange si risveglia nel suo letto, sudato per l’incubo.

Si veste elegante e procede per le strade della città verso la chiesa, dove lo aspetta un matrimonio; di lì a pochi minuti, inizierà a combattere un mostro che sembra uscito dalla penna di H.P Lovecraft… 

Dopo poco rivedrà la ragazza del suo sogno, inseguita da quel mostro.


Il resto del film vi consiglio di vederlo in sala, anche per godervi al meglio la più che buona colonna sonora della pellicola.


Il film ha svariati difetti e diversi pregi, che cozzano fra di loro, in un piatto superficialmente buono, ma che ad ogni boccone ti lascia l'amaro in bocca, che provi a toglierti continuando a mangiare ma peggiorando solamente la situazione.


La regia di Sam Raimi si vede eccome, con scene al limite dell’horror in pieno stile del regista che prima ancora della trilogia originale di Spider-Man, aveva già il cinecomic nel sangue.

Nel film è presente probabilmente uno dei migliori combattimenti di tutti i film Marvel, dove la musica è protagonista e l’incredulità lascia il posto alla frenesia.


La recitazione è stata di ottimi livelli, con un Cumberbatch sinceramente divertito nell'interpretare il ruolo di Stregone; Xochitl Gomez nel ruolo di America Chavez (personaggio fulcro del film) è riuscita a dare il giusto stile e spirito al personaggio, che riesce ad essere alla mano senza scadere mai (o quasi) nel ridicolo.

Impressionante Elizabeth Olsen inoltre, che (sono certo) vi trasmetterà le emozioni giuste al momento giusto (senza fare spoiler).


Purtroppo però, i lati positivi finiscono qui, in quanto il resto è un colabrodo totale.


Partendo dal lato tecnico: la CGI è stata veramente scadente in molti punti della pellicola, con errori da principianti e concept design non sempre al top.

Troneggia fra tutte la scena con il “mostro iniziale”, realizzato in modo veramente sbrigativo, incollando con lo sputo le texture.


Altro buco nero di difetti del film è la sceneggiatura, che da sola affossa (e non di poco) una pellicola più che buona.

I personaggi non si evolvono se non di pochissimo; nessuno fa scelte coerenti con le azioni eseguite pochi minuti prima, con tecniche segrete tirate fuori solamente a metà film.

Nonché il peggior errore della pellicola: risolvere tutto con un discorso motivazionale.


Troppa carne al fuoco, con decine di personaggi introdotti e mai più rivisti in 2 minuti di scena, che lasciano perennemente un senso di spaesamento e domanda: perché succede questo? Perché non lo hanno fatto prima? Perché cambi idea senza alcuna ragione? Nonostante gli scontri siano veramente belli da vedere, con scene da brividi, quasi horror, quasi splatter, non ti riesci a togliere dalla testa quelle domande, che rovinano una grossa parte dell’esperienza.


In sostanza, un film che, seppur tecnicamente bello, non ha un’anima vera e propria, diventando non solo quasi inguardabile senza una profonda conoscenza dell’universo Marvel, ma anche pieno di ingenuità facilmente risolvibili aggiungendo o togliendo scene quando opportuno (vedi buona parte della sezione centrale).


Vi consiglio di rimanere in sala fino all’ultimo per vedere le due scene post-credit, di  cui una parecchio anticlimatica.


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