Di Giulia Bondi
Le sorelle Brontë (Anne, Charlotte e Emily) vengono, al giorno d’oggi, considerate come alcune tra le più importanti scrittrici della letteratura inglese. Nello specifico, io mi sono interessata maggiormente al romanzo “Jane Eyre” di Charlotte Brontë.
“Jane Eyre” s’incentra sulla storia della vita della protagonista stessa. Sin da piccola, essa viene accolta presso la casa della zia, a causa della prematura morte dei genitori. La sua non è un’infanzia normale ma triste e dolorosa, poiché contraddistinta dalla rigida educazione della zia e dagli abusi da parte del cugino John. Nonostante cerchi di risultare come una figura piacevole, Jane è però disprezzata dai parenti e trattata come una sorta di domestica. I suoi famigliari decidono persino di affidarla ad un collegio pur di non far più ricadere su loro stessi l’onere della sua educazione. È in questo luogo che la ragazza scopre la sua passione per la cultura, passione che le permette di raggiungere traguardi estremamente importanti in ambito scolastico, applicandosi costantemente e con impegno. Ciò la porta a divenire istitutrice di Adèle, una piccola abitante di Thornfield, residenza di campagna del ricco signore Edward Rochester. L’intesa tra Jane e il padrone della tenuta è immediata. Ognuno apprezza le doti intellettuali dell’altro, poiché nessuno dei due spicca in fatto di bellezza estetica. Il loro rapporto è tuttavia messo alla prova da diversi ostacoli, ma, nonostante tutto, il forte sentimento che li lega ha la meglio. Mr. Rochester scopre infatti che l’amore che aveva provato sin dal primo momento per Jane è corrisposto, perciò la chiede in sposa. Il giorno delle nozze, però, si scopre l’oscuro segreto nascosto tra le mura di Thornfield. Mr. Rochester è in realtà già sposato con Bertha Mason, sua promessa sposa all’età di 17 anni. Poco dopo l’unione però la donna era impazzita, costringendo il marito a rinchiuderla in una sorta di prigione, senza abbandonarla però al suo triste destino. Jane, combattuta tra l’amore per il suo caro Edward e la rabbia per la verità che le aveva nascosto, lascia immediatamente Thornfield. Lascio ai lettori la curiosità di scoprire quali sorprese il futuro riserverà alla protagonista nel finale del libro.
PERCHÉ SI DOVREBBE LEGGERE QUESTO LIBRO? Prima di tutto, credo che il personaggio di Jane Eyre dovrebbe essere un’ispirazione per la società moderna. Lei ha vissuto in un periodo ricco di pregiudizi nei confronti delle donne, tuttavia, seguendo la propria natura coraggiosa e rivoluzionaria, ha dimostrato di essere al pari degli uomini. Ha compiuto studi avanzati, cosa non tipica delle donne di quel tempo, per riuscire poi a trovare un lavoro che le facesse ottenere una certa indipendenza economica, per non dover essere obbligata a sposarsi per convenienza. Purtroppo ancora oggi, nonostante ci troviamo nel XXI secolo, i pregiudizi nei confronti delle donne non sono ancora stati superati definitivamente. Alcune donne sposate scelgono di rinunciare al lavoro per occuparsi della casa e dei figli. Non metto in dubbio l’importanza di questo compito, ma perché dev’essere riservato solo alla donna? Ogni donna dovrebbe essere in grado di riuscire a mantenersi anche senza lo stipendio del marito, per un questione di orgoglio e di fiducia in se stessi.
Anche il coraggio di Jane mi ha molto ispirata. Lei, con decisione e senza mai dubitare di sé stessa, ha sempre cercato di fare la scelta giusta, nonostante questa potesse danneggiarla in prima persona. Ha lasciato Thornfield e Mr. Rochester, perché sapeva che sposarlo non sarebbe stato corretto. Il suo esempio e la sua storia devono essere ricordati soprattutto dalle nuove generazioni, che devono ancora modellare la loro vita. È importante che le bambine sappiano che potrebbero aspettar loro ostacoli durante il loro cammino e che però, con determinazione e coraggio (gli elementi prevalenti della personalità di Jane Eyre) li affronteranno, soprattutto quando si tratta di pregiudizi.
La protagonista di questo libro ha avuto una vita (letteralmente) romanzesca. Ma chi dice che questa debba essere l’eccezione e non la regola? Seguendo l’esempio di questa coraggiosa pioniera possiamo costruire insieme una realtà in cui il sesso o il genere non potranno mai determinare gli obiettivi che possiamo raggiungere. Una realtà in cui tutti si potranno finalmente ritenere liberi.
Commenti
Posta un commento