Di Alessio Grassi
Al giorno d’oggi stiamo assistendo alla cosiddetta “Fase 4 dell’universo cinematografico della Marvel”.
Un fenomeno interessante e forse preoccupante ma, prima di tutto, parliamo di cosa sia un “universo cinematografico”.
Gli universi cinematografici sono una serie di film che fanno riferimento allo stesso “universo” (inteso come “universo narrativo” come il mondo di Harry Potter o del Signore degli anelli) come ambientazione e perciò, personaggi in comune, storie condivise e fili intrecciati.
Ma andiamo a vedere da dove questa moda è nata.
Ebbene, il film che ha iniziato questo “movimento” è stato il primo e ormai piuttosto famoso “Iron Man”, un film solido seppur non geniale.
Di fatto, Iron Man era solamente il primo di una lunga serie di pellicole che sarebbero andati a comporre le storie di alcune dei protagonisti che si sarebbero riuniti nel primo film che ha effettivamente esplicitato l’idea di “universo cinematografico” ovvero: “Avengers”
E da lì, il cinema mainstream non sarebbe mai più stato lo stesso.
Ormai, al giorno d’oggi siamo stati riempiti di case di produzione che hanno tentato, fallendo, di creare universi condivisi convincenti. Per adesso, l’unica Major che sembra effettivamente essere riuscita a creare un universo cinematografico è la “Marvel”, che con il suo “MCU” sta portando avanti un progetto immenso.
Ma ora che vi ho introdotto a cosa siano gli “universi cinematografici” e chi ne domina attualmente il mercato, parliamo di cosa stanno causando.
Sono vari i registi che hanno iniziato a scagliarsi contro l’industria dei CineComic (genere cinematografico identificato dai film tratti da fumetti americani): Per Scorsese “non sono cinema”, per Coppola “fanno schifo” e per Alan Moore “hanno rovinato la cultura pop”.
Ma qual’è il perché di queste idee? Ebbene, i motivi sono vari, e vanno dal semplice “sono pellicola troppo brutte e troppo insensate per essere chiamate tali” al “I cinecomic di per sé non sono problematici, bensì è problematico che qualcuno per comprendere un film debba aver già visto altri 32 film e letto 113 fumetti”.
Eclatante fu il caso in cui molti registi e critici specializzati definirono “Joker”, film del 2019, qualcosa di diverso da un cinecomic, poiché era un film troppo bello, troppo a sé stante, per essere definito cinecomic, almeno secondo il pensiero di alcuni.
Penso infatti, che i cinecomic siano semplicemente un mezzo, non diverso dai famosi Anime che sono la trasposizione televisiva dei Manga.
Ciò li rende quindi cinema ai miei occhi seppur, in molti casi, di scarsa qualità.
Perciò, per riprendere l’affermazione usata come sottotitolo, gli universi condivisi stanno rovinando il cinema?
In un certo senso no, anzi, lo stanno salvando. Lasciatemi spiegare.
Il cinema in quanto medium è tuttora vivissimo, ma il cinema inteso come luogo, invece, sta venendo messo a dura prova dalle piattaforme di streaming, che stanno fagocitando l’attenzione dell’utenza, in quanto più semplici e più economici come servizi.
I cinecomic invece hanno la capacità di portare un gran numero di persone al cinema, facendo riempire le sale e incassare gli esercenti.
Ma se si passa invece dal lato del cinema in quanto arte, le carte in tavola cambiano.
Gli universi condivisi si stanno ormai trasformando in enormi pacchi di fanservice e riferimenti ad altri film che non fanno altro che attirare fan accaniti come falene alla vista della luce.
Ma perché tutto ciò?
Ebbene, il problema degli universi condivisi è che sono sviluppati senza un vero collegamento; è impossibile infatti fare un film “stand alone” (di un solo personaggio/gruppo) senza pensare “ma perché non interviene X? Ma perché Y non c’è? “ ecc… creando così dei film pieni di mancanza già da soli, ulteriormente poi mutilati dal non avere senso nel contesto del loro universo.
Perciò, forse non sono la rovina del cinema moderno, ma sicuramente hanno un problema con la scrittura delle sceneggiature.
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