Di Sofia Verde, Liceo Tassoni
Un conflitto decisamente prevedibile
Per capire le origini della crisi tra Russia e Ucraina bisogna fare un passo indietro almeno fino al 2013, quando iniziarono le proteste che presero poi il nome di Euromaidan. Dalla sua indipendenza, avvenuta nel 1991, la nazione ha sempre oscillato tra la vicinanza all'Occidente e quella alla Russia. Durante la leadership del presidente Viktor Yanukovych del 2010 il governo virò decisamente verso la Russia di Vladimir Putin. In seguito scattarono violente proteste popolari, chiamate poi, appunto, Euromaidan. Durarono circa tre mesi e si conclusero con la fuga e la messa in stato di accusa di Yanukovych, nel 2014.
Un'altra insurrezione armata esplose ad aprile nel cuore industriale orientale del Paese, il Donbass, scatenando una guerra civile ancora in corso nelle province di Donetsk e Lugansk, dove vennero proclamate le omonime Repubbliche popolari, che nel nome e nel simbolismo si rifanno alle repubbliche sovietiche.
Lo scontro tra le forze ucraine e i separatisti, che probabilmente furono supportati da Mosca, nonostante il Cremlino abbia sempre negato, si trasformò in un vero e proprio conflitto che si stima abbia causato almeno 14mila morti.
Per capire le origini della crisi tra Russia e Ucraina bisogna fare un passo indietro almeno fino al 2013, quando iniziarono le proteste che presero poi il nome di Euromaidan. Dalla sua indipendenza, avvenuta nel 1991, la nazione ha sempre oscillato tra la vicinanza all'Occidente e quella alla Russia. Durante la leadership del presidente Viktor Yanukovych del 2010 il governo virò decisamente verso la Russia di Vladimir Putin. In seguito scattarono violente proteste popolari, chiamate poi, appunto, Euromaidan. Durarono circa tre mesi e si conclusero con la fuga e la messa in stato di accusa di Yanukovych, nel 2014.
Un'altra insurrezione armata esplose ad aprile nel cuore industriale orientale del Paese, il Donbass, scatenando una guerra civile ancora in corso nelle province di Donetsk e Lugansk, dove vennero proclamate le omonime Repubbliche popolari, che nel nome e nel simbolismo si rifanno alle repubbliche sovietiche.
Lo scontro tra le forze ucraine e i separatisti, che probabilmente furono supportati da Mosca, nonostante il Cremlino abbia sempre negato, si trasformò in un vero e proprio conflitto che si stima abbia causato almeno 14mila morti.
Le presunte cause dell’invasione
Putin ha fatto 3 richieste:
non adesione alla NATO da parte dell’Ucraina
Mosca è naturalmente interessata a mantenere un'influenza nel Paese che, dalla cacciata di Yanukovych, è ormai diventata praticamente nulla. Tutte le forze che si sono alternate al potere sono state filoeuropee, mentre i partiti e i politici filorussi sono stati fortemente osteggiati. Per Putin le ragioni di questa necessità di influenza sono non soltanto storiche ma anche geopolitiche: il Cremlino vuole impedire un'adesione dell’Ucraina alla Nato. Questa comporterebbe che gran parte del confine occidentale della Russia sarebbe presidiato dall'Alleanza Atlantica.
L'indipendenza delle repubbliche del Donbass
Già nel 2014 furono siglati gli accordi di Minsk che prevedevano che Kiev assicurasse autonomia alle regioni separatiste e che Mosca ritirasse i suoi militari dal territorio. Nessuna delle due condizioni è stata rispettata.
La demilitarizzazione dell’Ucraina, rendendola a tutti gli effetti uno stato neutrale (come la Svizzera)
La tesi del capo del Cremlino è che occorre proteggere la Russia con una serie di "stati cuscinetto" dalla presenza della Nato lungo i suoi confini.
Ulteriori supposizioni
Opinionisti ed esperti di geopolitica internazionale suppongono che Putin voglia ricreare la vecchia Unione Sovietica, quindi i pretesti suddetti potrebbero essere solo l’inizio di successive azioni militari quali invasione di altri paesi limitrofi ex URSS.
Questo comporta ulteriori preoccupazioni e complica ulteriormente possibili negoziati di pace.
Intanto la guerra ai confini dell'Europa è esplosa, con l'invasione russa decisa da Putin e annunciata con un videomessaggio registrato nei giorni scorsi.
Con questo, prima dell'invasione, Putin ha riconosciuto le repubbliche di Donetsk e Luganks, inviando anche lì delle truppe e di fatto annettendole alla Russia.
Come sta reagendo l'Occidente?
Con pesanti sanzioni economiche contro la Russia, condanne nelle sedi internazionali e aiuti militari all'Ucraina.
E come reagirà il popolo russo?
Influenzata dalla propaganda della televisione di stato di Mosca, che diffonde false notizie su attacchi delle forze ucraine e presenta il governo di Kiev come un fantoccio dell'Occidente, l'opinione pubblica potrebbe inizialmente approvare la scelta di Putin. Ma il modo in cui il presidente russo ha trattato ministri e capi dello spionaggio nella riunione del Consiglio di sicurezza, trasmessa in diretta televisiva, lascia capire che non dispone di un unanime consenso nel governo. Vi sono anche opposizioni al conflitto nelle forze armate russe. Se nei prossimi mesi ci saranno danni economici e vittime russe, con il tempo il dissenso potrebbe crescere. Non mancano le proteste da parte dei civili, anche nello stesso territorio russo. Migliaia di persone sono scese in piazza in più di 50 città del Paese. Stando a quanto riferisce Ovd-Info, più di 1700 persone sono state arrestate.
Guerra del web
Anonymous, il collettivo internazionale di hacker, si è schierato apertamente al fianco dell'Ucraina contro la Russia. La principale azione è stata l'attacco al sito web del ministero della Difesa russo. Inoltre nella rete degli hacker sarebbero anche finite l'emittente russa RT, l'azienda produttrice di armi Tetraedr e un'azienda bielorussa fornitore dell'esercito russo.
Scenari futuri
Situazione al 27/02/2022
Come si può fermare il conflitto?
Putin vuole destituire il Presidente Ucraino Zelensky con un governo che accetti le 3 condizioni suddette.
L’Europa, la Nato e gli USA vogliono il ritiro immediato delle truppe russe ed iniziare negoziati di pace.
Ma cosa si negozia? Cosa è accettabile delle richieste della Russia?
La NATO è una forza di pace, ma la realtà insegna che con la NATO sono presenti basi militari con arsenali bellici americani nei paesi che la ospitano.
L’Ucraina è uno stato Sovrano, non si può invadere per rendere indipendenti delle regioni, come non si può pretendere di entrare nelle decisioni dello stesso (imporre demilitarizzazione).
E’ quindi una fase di stallo.
Chi farà un passo indietro? La Diplomazia sarà in grado di proporre una soluzione soddisfacente?
Come aiutare il popolo Ucraino
UNHCR è l'organizzazione che aiuta i rifugiati, è possibile fare donazioni dal suo sito WEB.
Ci sono associazioni che forniscono aiuti ai civili come Razom for Ukraine, United Help Ukraine, Fundraiser for Sunflower of Peace.
Si può inoltre donare alle principali organizzazioni umanitarie attive nel paese che forniscono assistenza medica o rifornimenti, come Croce Rossa Ucraina, International Medical Corps, CARE international.
Per assistere i minori colpiti dalla guerra, oltre all’UNICEF ci sono le associazioni Voice of Children, che fornisce supporto per i traumi da guerra e Save the Children.
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