Di Alessio Grassi
Fa ridere, ma miseria se fa male…
Parlo di una serie del 2021, un originale Netflix italia, diretto da Zerocalcare (Michele Rech) ovvero Strappare lungo i bordi.
E’ una rielaborazione in forma animata di tantissime opere di Zerocalcare con la falsa riga de “La profezia dell’armadillo”, e sinceramente, ha veramente poco senso parlare della trama.
Di fatto la serie sviluppa la trama principale per solo gli ultimi due episodi (per un totale di 6), mentre tutto il resto è un modo per approfondire i personaggi ma soprattutto, la psicologia di Zero.
E’ in parte autobiografica, e fa qualcosa di così semplice ma così geniale, che mi ha colpito profondamente: per quasi tutta la serie Zero parla di quelle paranoie, di quei problemi e disavventure che tutti noi, almeno una volta, abbiamo sperimentato.
Zero usa tutti i primi episodi per far vedere chi sono i personaggi, chi è il protagonista e lo fa con delle cose che sembrano la verità nuda e cruda della vita di molti di noi, condendo il tutto con delle battute scandite da un tempo comico eccezionale.
Arriva poi, dopo questa allegria un po’ strana, comica ma imbarazzante perché sai che in fondo la persona di cui stai ridendo sei proprio tu, una sprangata sui denti, un colpo allo stomaco veramente forte che non ti lascia nemmeno il fiato di piangere, che subito ti riprende in piedi di forza schiaffeggiandoti in faccia la verità dei fatti è dandoti infine un appoggio a cui aggrapparti.
Il doppiaggio è clamoroso perché tutti i personaggi della serie hanno la voce di Zerocalcare; tutti eccetto la sua coscienza armadillo (la forma che ha preso, appunto) che, pur facendo parte di lui, è come se fosse fuori dal suo corpo; tutto cambia invece negli ultimi minuti, ma guardate la serie se avete intenzione di saperlo.
Le animazioni sono veramente di buona fattura, con uno stile pulito che, nonostante tutto, riesce a darti il senso di sporco, sporco come la vita che Zero racconta.
Fa ridere, ma miseria se fa male…
Parlo di una serie del 2021, un originale Netflix italia, diretto da Zerocalcare (Michele Rech) ovvero Strappare lungo i bordi.
E’ una rielaborazione in forma animata di tantissime opere di Zerocalcare con la falsa riga de “La profezia dell’armadillo”, e sinceramente, ha veramente poco senso parlare della trama.
Di fatto la serie sviluppa la trama principale per solo gli ultimi due episodi (per un totale di 6), mentre tutto il resto è un modo per approfondire i personaggi ma soprattutto, la psicologia di Zero.
E’ in parte autobiografica, e fa qualcosa di così semplice ma così geniale, che mi ha colpito profondamente: per quasi tutta la serie Zero parla di quelle paranoie, di quei problemi e disavventure che tutti noi, almeno una volta, abbiamo sperimentato.
Zero usa tutti i primi episodi per far vedere chi sono i personaggi, chi è il protagonista e lo fa con delle cose che sembrano la verità nuda e cruda della vita di molti di noi, condendo il tutto con delle battute scandite da un tempo comico eccezionale.
Arriva poi, dopo questa allegria un po’ strana, comica ma imbarazzante perché sai che in fondo la persona di cui stai ridendo sei proprio tu, una sprangata sui denti, un colpo allo stomaco veramente forte che non ti lascia nemmeno il fiato di piangere, che subito ti riprende in piedi di forza schiaffeggiandoti in faccia la verità dei fatti è dandoti infine un appoggio a cui aggrapparti.
Il doppiaggio è clamoroso perché tutti i personaggi della serie hanno la voce di Zerocalcare; tutti eccetto la sua coscienza armadillo (la forma che ha preso, appunto) che, pur facendo parte di lui, è come se fosse fuori dal suo corpo; tutto cambia invece negli ultimi minuti, ma guardate la serie se avete intenzione di saperlo.
Le animazioni sono veramente di buona fattura, con uno stile pulito che, nonostante tutto, riesce a darti il senso di sporco, sporco come la vita che Zero racconta.
In sostanza: applausi Italia, applausi Zerocalcare, e grazie a Netflix di aver dato a quest’uomo la possibilità di portare una serie del genere, ai limiti della perfezione che, non ho problemi a dirlo, almeno un po’ vi commuoverà, riderete piangendo, o piangerete sorridendo.
In sostanza: applausi Italia, applausi Zerocalcare, e grazie a Netflix di aver dato a quest’uomo la possibilità di portare una serie del genere, ai limiti della perfezione che, non ho problemi a dirlo, almeno un po’ vi commuoverà, riderete piangendo, o piangerete sorridendo.
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