di Cecilia Orlandi
Era il 12 Settembre quando a Modena, in pieno centro storico, una seducente signora, nobile e altera, posava vestita di bianco, concedendo agli affascinati passanti d’ammirarla. Aveva un portamento raffinato e uno sguardo tagliente che intimidiva, e il suo aspetto ricercato spiccava per un binomio di eleganza e moderna sportività. Il suo nome era MC20. ((Con la scrittura inclinata)) The first of its kind.
Il nuovo modello, il cui acronimo sta per Maserati Corse 2020, segna l’ultimo traguardo raggiunto dal marchio modenese e al termine di una gestazione lunga due anni è nato un gioiello che sfoggia le caratteristiche più rivoluzionarie da quando è uscito l’altrettanto innovativo Levante, primo e unico SUV mai realizzato dal brand del tridente.
Si è nel torto però se si crede che la storia del prestigioso marchio sia sempre stata un climax di successi: la punta di diamante dell’evoluzione della Maserati è infatti il frutto di un lungo e travagliato cammino in cui si sono vicendevolmente alternati alti e bassi, gloriose vittorie e cupi periodi di crisi. Figlie di Alfieri Maserati, le prime automobili della ditta sfilavano in testa nelle gare di corsa tra gli anni '20 e '40: in particolare questa prima età dell’oro conobbe l’apice con le due vittorie consecutive alla Cinquecento miglia di Indianapolis. In quell’occasione, avvenuta poco tempo dopo il trasferimento del quartier generale da Bologna a Modena, essa era l’unica macchina italiana in pista. Non molto più tardi però la casa automobilistica iniziò ad incontrare, a causa di vicessitudini amministrative, un percorso in discesa che la vide più volte inglobata da industrie maggiori, dalla Citroen, alla Fiat financo alla Ferrari. La ripresa dai periodi più bui e paurosamente prossimi al fallimento avvenne grazie all’intervento di Alehandro de Tomaso: una volta che ne prese le redini, la fabbrica riuscì fortunatamente ad evitare di soccombere.
Gli esemplari più celebri e pubblicizzati - Grancabrio, Ghibli, la Quattroporte – sono stati lanciati sul mercato a partire dai primi anni 2000 e provano come, con l’avvento del nuovo secolo, il marchio abbia davvero risollevato la testa. Tutti baciati dal successo, i nuovi nati della Maserati, fatto salvo per Levante, sono sempre stati accomunati da linee classicheggianti da berlina d’élite e da un “family style” ricorrente.
Ciò fino al Maggio di quest’anno. MC20, non semplice evoluzione ma vera rivoluzione stilistica e tecnologica, segna l’inizio di un’era diversa e destinata a progredire e che, sebbene determini un taglio netto con il recente trascorso della produzione, si riallaccia fortemente alle sue origini. Per la prima volta infatti è venuta alla luce un’auto che con l’aiuto di alcuni aggiustamenti potrà correre in pista, forte dei suoi tratti aerodinamici, dei 630 cavalli che le permettono di toccare i 325 km/h e del motore “Nettuno”, uno dei più fenomenali sul mercato.
Questa supersportiva è stata definita “veloce come il vento, leggera come una piuma” per il suo strabiliante rapporto peso-potenza che, utilizzando un telaio leggero in fibra di carbonio, le permette una massa di soli 1500 kg : una speciale coniugazione insomma di grazia e possanza, che a breve presenterà anche le varianti elettrica e cabrio.
La combinazione vincente – ed esclusiva – fornita ad MC20 è l’adattabilità alle competizioni senza tralasciare il comfort e il lusso tipico di casa Maserati, nulla di scontato considerando la consueta rigidità delle grandi macchine sportive. La chiave dell’automobile è dunque la fusione tra l’intramontabile tradizione ed uno sguardo volto al futuro. Tutto questo concorre assieme ad alcune sciccherie tra le quali emergono l’assistente vocale Alexa ed un hotspot wifi inclusi nel sistema, e l’affascinante apertura a farfalla delle portiere. Nulla di MC20 è insignificante, tanto meno il prezzo, che viaggia dai 216 agli oltre 300 mila euro.
L'alto costo è però del tutto giustificato se si tiene a mente la maggiore prerogativa della vettura, ovvero il rigoroso ed integrale Made in Modena. La città emiliana ne è infatti stata la culla su ogni singolo aspetto, dal design, all’ideazione del motore – sviluppato nell'autoctono Maserati Innovation Lab– fino alle prove su strada. Riempie d’orgoglio la consapevolezza che il nuovo tridente, con tutti i presupposti di divenire leggenda, verrà esclusivamente plasmato nello storico stabilimento in viale Ciro Menotti, a 500 metri e poco più dal liceo Tassoni. Un lustro che ancora una volta ci rende fieri di essere modenesi.
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