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Complottisti col Covid


di Davide Caretto

Nel mio precedente articolo “LA CONGIURA DEGLI ANALFABETI FUNZIONALI” ho spiegato come l’analfabetismo funzionale sia una delle più grandi piaghe sociali della nostra penisola.  Esso priva le persone sia del senso critico che della capacità di discernimento delle fonti provocando un sonno della ragione catastrofico. Inevitabilmente unisce gruppi di migliaia di persone che, armati di fake news, credono non solo di farsi portavoce della “verità nascosta dai poteri forti” ma anche di essere superiori alla massa. La maggior parte di questi grandi gruppi sono etichettati come “complottisti” e mai come in questi giorni e circostanze si sono mossi tanto, accecati da un folle negazionismo del Covid-19. Raccontare la loro storia sarebbe un’ingente perdita di tempo, quindi vorrei confutare definitivamente le loro tesi più assurde che contestano ogni aspetto legato alla pandemia.

“Il virus non esiste”
Probabilmente questa è la frase più folle e ardita tra le tante ed è difficile collocare nel tempo la sua nascita; tuttavia sta assumendo un certo rilievo in questi giorni specialmente con le manifestazioni Nomask tenutesi il 5 Settembre e 10 Ottobre a Roma. Però, quello che è certo è che la negazione convinta dell’esistenza del virus non può che essere opera di sordociechi, eremiti o di persone con memoria a breve termine. È davvero necessario ricordare la quarantena? È davvero necessario ricordare le immagini di migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari pesantemente bardati? È davvero necessario ricordare i loro estenuanti e disumani orari di lavoro? È davvero necessario ricordare le testimonianze di chi ha guardato la morte negli occhi o di chi ha dovuto raccontare il lutto di un familiare? A quanto pare sì. 

“Il virus è stato costruito in laboratorio”
Anche questo è uno dei cavalli da battaglia più frequenti. Questa bufala ha origine dall’intervista tv della virologa cinese Li-Meng Yang durante la quale sostenne, e sostiene ancora, che il Sars-Cov-2 sarebbe stato creato in laboratorio e avrebbe quindi un’origine artificiale. Prove? Neanche l’ombra. Ciò che porta le persone a fidarsi di lei è il suo passato lavoro nel laboratorio di riferimento dell’OMS e che, dice lei, è stata sempre una delle prime a studiare il nuovo virus. Anche in Italia parecchie personalità più o meno autorevoli si sono fatti sentire in merito. Celebre quando in piena quarantena, grazie ad alcuni profili social politici, ridiventò virale il servizio del 16 Novembre 2015 di Tgr Leonardo. Il servizio ebbe come soggetto "un pericolosissimo nuovo organismo fabbricato in laboratorio da scienziati cinesi che innestano un coronavirus trovato nei pipistrelli che provoca la SARS, la polmonite nei topi”. Ciò che sfugge fu che lo studio venne compiuto per fini di ricerca, in ogni caso molti sostennero che quel video fosse la prova di un immenso complotto.
Ovviamente la più autorevole rivista scientifica contemporanea “Nature Medicine” ha provveduto al problema pubblicando uno studio compiuto da Kristian Andersen dello Scripps Research Institute di La Jolla. In questa ricerca venne constatato che, confrontando i dati genetici disponibili di altri coronavirus, si può constatare che il Sars-Cov-2 è frutto di processi naturali. Infatti la sezione molecolare Rbd, posizionata sullo spike del virus, si incastra a perfezione con il recettore cellulare ACE-2: perfezione che è irripetibile dal lavoro umano.

“Bisognerebbe fare come una volta: immunità di gregge, tutti ci passiamo il virus”
Partiamo dalla definizione di immunità di gregge: è la situazione in cui i soggetti immuni ad un determinato patogeno diventano così numerosi da rendere difficile la diffusione virale, anche per i soggetti non ancora immuni. L’immunità di gregge funziona ma non può essere messa in atto oggi, infatti è possibile solo tramite due ipotesi: esistenza di un vaccino oppure una contrazione di massa. Il vaccino non è stato ancora creato e una contrazione di massa semplicemente non ce la possiamo permettere in quanto risorgerebbero tutti i problemi del periodo quarantena (collasso degli ospedali, pazienti immunodepressi a rischio di vita…). Inoltre, la soglia minima per raggiungere l’immunità di gregge per il coronavirus è al 95% di soggetti immunizzati ma in Italia più dell’80% della popolazione non ha ancora contratto il virus. Ciò che è possibile fare è seguire le norme di prevenzione dal contagio.


“Le mascherine sono pericolose perché uccidono di intossicazione da anidride carbonica”
Si può rispondere a questa affermazione in due modi: a rigor di logica o a rigor di scienza. 
Se usassimo un minimo di logica sarebbe molto facile accorgersi di come nessun operatore sanitario sia mai morto per uso prolungato di mascherina: un chirurgo che ha compiuto un’operazione di 10 ore non torna a casa con una grave crisi respiratoria. In ogni caso la scienza ci aiuta anche qui. È impossibile che le mascherine ci uccidano di ipercapnia poiché le molecole di anidride carbonica sono più piccole delle goccioline di coronavirus e quindi passano attraverso il tessuto. È possibile tuttavia percepire la sensazione di soffocamento quando siamo concentrati esclusivamente sul nostro respiro poiché esso ci sembrerà improvvisamente più pesante e difficoltoso.
L’unica vera pericolosità della mascherina sta nel comportamento errato in relazione ad essa, ovvero ciò che viene definito l’effetto Peltzman. Con questo termine si intende il fenomeno per cui, là dove si introduce una protezione obbligatoria, la percezione del rischio si abbassi inducendo l’individuo a trascurare le norme preventive di sicurezza.


“I vaccini contengono aborti umani”
Questa affermazione ha un fondo di verità ma è formulata in maniera approssimativa. La domanda utile per chiarire il concetto è: “Cosa c’entrano gli aborti umani con i vaccini?”. Ai giorni d’oggi esistono diversi tipi di vaccini e tutti servono a mimare l’effetto di una infezione naturale, in modo tale da stimolare il sistema immunitario preparandolo ad un eventuale secondo incontro. Vaccini diversi utilizzano tecniche diverse, ad esempio per quello per la poliomielite viene utilizzato un virus ucciso o attenuato che scatena la risposta immunitaria. In questi casi il microrganismo deve essere coltivato su cellule adatte e nei casi dei virus che attaccano solo gli umani essi possono essere coltivati solo su cellule umane. Fatta questa premessa veniamo al dunque: nel 1962 venne compiuto uno studio in merito alla scoperta delle cellule umane WI-38 che erano state isolate da un feto femminile in possesso del Karolinska Institutet di Stoccolma. Questa storia venne raccontata da Meredith Wadman nella rivista “Nature” in un articolo del 2013: la donna che donò il feto non venne mai obbligata da nessuno ma semplicemente credeva di avere troppi figli e quindi abortì. Grazie a questa donazione oggi si possono possedere cellule WI-38 in quantità illimitata e sono impiegate nella immunizzazione per diverse malattie come rosolia e polio.
Ancora più assurda e insensata è l’affermazione: “i vaccini ci rendono dei robot perché iniettano particelle minuscole che sono controllate dal 5G”. Ovviamente non c’è nessuna correlazione tra 5G e i vaccini, era solo talmente assurda da essere degna di nota.


“Perché quando mi fanno il tampone devono arrivare fino in fondo al naso? Basterebbe sputarci sopra”
Partiamo dal presupposto che i tamponi devono essere standardizzati, ovvero devono seguire un protocollo che garantisca che il campione sia estratto sempre allo stesso modo e che quindi abbia sempre la stessa qualità. Detto ciò, se si sputa su un tampone entrano in campo troppe variabili che influenzano eccessivamente il risultato del tampone specifico del coronavirus: la bocca del paziente può essere stata sanificata tramite collutorio ad alto contenuto alcolico, il paziente può produrre poca o troppa saliva oppure la carica virale può essere stata diminuita per qualsiasi motivo. Al contrario, effettuando un tampone nasofaringeo si raccoglie materiale da una zona a basso tasso di influenzabilità rendendo il test più sicuro.


Ci terrei a concludere con una piccola considerazione. 

Provare una profonda nausea è molto ricorrente quando ci si imbatte in discorsi insensati come quelli che ho citato, soprattutto quando si sente negare la pandemia. Tuttavia bisogna sempre essere tolleranti nei confronti di questi individui; se facciamo lo sforzo di andare oltre al giudizio apparente si comprendono le caratteristiche che accomunano i complottisti: bassa scolarizzazione, rabbia e la scalpitante voglia di trovare un colpevole. Un mix disastroso che fa saziare l’uomo di racconti tanto semplici quanto falsi, perché è questo quello che cercano: una soluzione facile che li scarichi dalla responsabilità dei loro problemi ed è nella politica demagogica che trovano rappresentanza. 


Le foto sono state estratte dal servizio di Fanpage: https://www.youtube.com/watch?v=YCiqYiWfL4c

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