di Teresa Campo
In democrazia, ancor più che in qualsiasi altra forma di governo, l’opinione pubblica è quanto di più importante ci sia perché non è altro che un’anticipazione della direzione verso la quale si muoverà il paese: una sorta di predizione del futuro e uno strumento che se ben utilizzato permette addirittura di plasmarlo.
E questo ovviamente fa paura e fa paura a tutti.
Preoccupa i cittadini che più si interessano e seguono il difficile e sempre in mutazione groviglio della politica, cittadini che temono che politici e media, mostrando solo una parte delle vicende, possano ingannare elettori meno attenti.
E poi ci sono questi ultimi che non fanno eccezione e giustamente temono di essere ingannati dalla complessità delle proposte politiche, da discorsi che contengono troppe informazioni a loro sconosciute o solo sentite di sfuggita in qualche telegiornale. Ma le proposte più semplici, quelle, sembra che possano ingannare più difficilmente. Lineari, dirette e magari gridate a gran voce...valutarne il senso è addirittura possibile.
E così le altre idee, quelle complesse, risultano inganni da evitare e le soluzioni “semplici ed efficaci” appaiono la scelta giusta.
Ma in questo modo, presi dalla paura di essere intortati, finiamo per fare il gioco di chi vuole manipolarci e quella stessa paura che ci doveva far aprire gli occhi sulla realtà, risulta l’esca per farci cadere in inganno.
Questo potrà anche apparire un discorso generale, ideale e totalmente staccato dalla realtà ma se si guarda in un qualsiasi periodo storico si può dare un nome e un cognome a politici, partiti, giornali che usavano esattamente questa tecnica e anche se si guarda ai giorni d’oggi si può fare lo stesso perché nonostante il tempo scorra una costante è sempre uguale: imparare, informarsi e conoscere significano fatica e non sono qualità che si sviluppano in un batter d’occhio.
Chi questa fatica non la fa, nel momento in cui si trova a dover fare una scelta è più facile che si basi su ciò che gli dice la pancia, su ciò che suona più lineare e soprattutto che suona più gradito alle proprie orecchie e questo, chi ci vuole manipolare, lo sa bene.
Pertanto se mi chiedessero di dipingere un paese ideale nel quale vivere, non dipingerei un paese in condizioni perfette, andrebbe benissimo anche l’Italia, chiederei solo un paese di persone che la paura di essere ingannate la combattono con la conoscenza e che cercano di costruire un’opinione pubblica razionale per creare un futuro brillante.
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